faldistorio

Faldistorio

Esecuzione dei lavori Gaetano Correnti

Provenienza Monreale, Cattedrale

Collocazione Museo Diocesano di Monreale

Oggetto Faldistorio con lo stemma dell’Arcivescovo Jacopo Bonanno

Materiale legno intagliato e dorato

Misure Cm 87x103

Datazione 1753-1754

Attribuzione maestranze siciliane

Inizio Lavori 15 settembre 2010

Fine Lavori 27 gennaio 2011

Il faldistorio, speciale tipo di sedia usato nella liturgia cattolica dai vescovi, fu commissionato dall’Arcivescovo Jacopo Bonanno, verosimilmente tra il 1753 e il 1754, a maestranze locali e fu realizzato in legno intagliato e dorato. Dopo il restauro, il ricco faldistorio mostra tutta l’esuberanza dell’arte decorativa settecentesca siciliana. È ornato dallo snodarsi di carnose volute ed elementi vegetali che costituiscono la struttura stessa del manufatto. I bracci culminano con teste di cherubini alate, mentre i quattro piedi d’appoggio sono impreziositi da aquile dalle ali spiegate. Al centro del faldistorio, il medaglione sul recto ospita il gatto passante, emblema della famiglia Bonanno, e quello sul verso incornicia la raffigurazione della mitria e del pastorale, simboli della dignità vescovile.

Il faldistorio si presentava in cattivo stato di conservazione, con importanti fratture, lesioni, tarlature e lacune di doratura. Diverse erano le parti mancanti di legno intagliato. La struttura lignea risultava molto indebolita dall’azione erosiva dei tarli e mostrava fratture ai piedi d’appoggio e ad alcune parti degli elementi decorativi più aggettanti. Dopo la spolveratura della superficie con pennello morbido, si è proceduto alla disinfestazione antitarlo mediante iniezioni nei fori. È stata consolidata la struttura lignea tramite iniezioni di Palaroid diluito ed è stata eseguita la preparazione della doratura a gesso con iniezioni di colla di coniglio nelle squame esistenti. È stata effettuata la pulitura della superficie con miscele solventi idonee per la rimozione delle vernici a porporina, talora sovrapposte alla doratura originale. Si è quindi proceduto alla ricostituzione delle parti mancanti e alla stuccatura delle lacune della doratura con gesso e colla di coniglio. Quindi si è passati all’ammanitura delle parti lignee integrate, alla levigatura e all’imbolatura delle parti a gesso. L’integrazione della doratura e stata effettuata con tecnica a guazzo, in foglia argento e meccatura seguita dalla patinatura delle integrazioni di doratura per consentire una lettura omogenea del manufatto. L’opera infine è stata trattata con vernice protettiva.

Dott. Lisa Sciortino

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