Odigitria
Esecuzione dei lavori Gaetano Correnti
Provenienza Palermo, collezione Renda Pitti
Collocazione Museo Diocesano di Monreale
Oggetto Odigitria
Materiale olio su tavola
Misure Cm 78x64
Datazione XVII secolo
Attribuzione Ioannìkios Cornero
Inizio Lavori 13 settembre 2010
Fine Lavori 18 dicembre 2010
La tavola dipinta ad olio su fondo oro raffigurante la Madonna Odigitria, ascrivibile al XVII secolo, è proveniente dalla Collezione Renda Pitti e quindi dal mondo antiquario.
L’opera è attribuita al monaco Ioannìkios Cornero o Gornero da Candia-Creta. Nato agli inizi del XVII secolo, è documentato negli anni 1664-1680 presso il monastero basiliano di Mezzojuso. Venuto in Sicilia dal monte Athos, avrebbe eseguito nell’isola un primo gruppo di opere. Si sarebbe quindi trasferito a Genova o Ginevra per poi far ritorno in Sicilia dove avrebbe dato il meglio della propria maturità artistica producendo icone tra cui l’Odigitria di Santa Maria di tutte le Grazie a Mezzojuso. Nell’opera viene ripresa dall’autore la tradizione iconografica siculo-cretese di raffigurare la Vergine vestita d’azzurro, simbolo dell’umanità, con il manto color porpora, segno di regalità.
Il supporto originale è costituito da tavole di legno, prive gravi indebolimenti, chiuse in una cornice lignea dorata. Sul verso, la tavola presentava alcuni attacchi di insetti xilofagi. Il film pittorico risultava secco e opacizzato. La lettura del tessuto era disturbata da integrazioni pittoriche alterate, da strati di sporco e vernici ossidate, da cadute di colore e della preparazione.
L’intervento conservativo ha seguito le metodologie correnti adottate dagli Istituti Centrali per il Restauro, I.C.R. di Roma e O.P.D. di Firenze. Dopo la spolveratura di tutta la superficie con pennello morbido, si è proceduto alla velinatura della superficie pittorica tramite adesione di carta di riso con colla di coniglio e alla disinfestazione antitarlo mediante iniezioni nei fori. Ne è seguito il consolidamento della pellicola pittorica tramite applicazione di resina acrilica in emulsione. Sono state rimosse le vernici ossidate e i ritocchi alterati tramite applicazione di miscele di solventi organici calibrati e testati in fase operativa. Si è proceduto, quindi, alla stuccatura delle lacune con gesso di Bologna e colla di coniglio; alla reintegrazione pittorica delle lacune ad acquerello e vernice con tecnica riconoscibile; alla reintegrazione pittorica a tono delle piccole lacune e delle abrasioni della superficie pittorica. Infine, è stata applicata sulla superficie dell’opera vernice a tampone e a pennello.
Dott. Lisa Sciortino