Girolamo Venero

Girolamo Venero nacque in Spagna nel 1558. Laureato in Filosofia, si trasferì a Roma dove Papa Gregorio XIII lo nominò suo Chierico di Camera. Fu onorato con l’abito di San Giacomo della Spada e con i gradi di Consultore Primario della Santa Inquisizione e di Cappellano Regio. Nel 1620 fu nominato da Papa Paolo V Arcivescovo di Monreale. Nella sua attività mostrò lucidità e determinazione d’uomo politico capace di usare tutti i mezzi a disposizione, spirituali e temporali. Risistemò l’impraticabile Monastero di San Castrense, alcune sale del Palazzo Arcivescovile e fece costruire la Chiesa di Santa Maria della Rocca. Affrontò con risoluta determinazione l’epidemia di peste che nel 1624 colpì la vicina Palermo e che contagiò anche Monreale. Visitò personalmente gli ammalati prendendo egli stesso il contagio e guarendone presto. Si adoperò affinché un frammento delle reliquie di Santa Rosalia, appena ritrovate su Monte Pellegrino e ritenute salvifiche contro il morbo, fosse portato a Monreale per agevolare la guarigione dal terribile contagio. A Venero si deve anche l’incremento del culto verso il Crocifisso, considerando il clima controriformistico nel quale la forza dell’immagine sacra aveva il compito di incrementare la fede. A lui si deve la costruzione della chiesa della Collegiata, formata da 24 Canonici che avrebbero avuto il compito di gestire il culto verso il Crocifisso. Anche la nascita di un archivio nella chiesa del SS. Salvatore fu voluta dall’Arcivescovo Venero che ne ordinò la fondazione in uno dei capitoli delle sue Costitutiones, insieme di direttive redatte dal prelato tra il 1625 ed il 1628 per regolamentare la vita religiosa ed amministrativa della Collegiata. Come elencato dagli inventari, l’Arcivescovo commissionò numerosi paramenti liturgici ornati dalla presenza del suo stemma, sia per la Cattedrale che per la chiesa del SS. Crocifisso, tutti andati perduti.

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