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Sala Renda Pitti

Salvatore Renda nacque a Monreale il 25 giugno 1906. Rimasto presto orfano, fu cresciuto da Vincenzina Pitti, della quale assunse il cognome, figura fondamentale nella sua vita, che gli consentì di vivere agiatamente e di potersi formare culturalmente. Diplomato al Regio Istituto Tecnico “Filippo Parlatore” di Palermo il 18 giugno 1926, l’11 dicembre dello stesso anno risultava immatricolato presso la Facoltà di Scienze Economiche e Commerciali dell’Università di Palermo, dove si laureava qualche anno più tardi. Negli anni Trenta, oltre ad essere iscritto ai Fasci Giovanili di Combattimento, era già funzionario della Banca d’Italia, prima a Catania, poi a Palermo.

Appassionato collezionista, si accostò all’arte da autodidatta diventando presto un finissimo conoscitore dei preziosissimi manufatti che amava acquistare in aste pubbliche. Iniziò la sua collezione nel dopoguerra, quando le ristrettezze economiche colpirono anche le aristocratiche famiglie palermitane, che si videro costrette a spogliare i loro ricchi palazzi a cominciare dalle biblioteche.

Mise insieme il suo ricchissimo tesoro in via Sanguinazzai a Palermo, in una blindatissima abitazione che egli usava unicamente quale museo personale, aperta soltanto agli amici più intimi.

Collezionò preziosi dipinti, maioliche, suppellettili sacre d’argento, reliquie e reliquiari, incisioni, bisquit, orologi di diverse forme e materiali, ceroplastica, manufatti in avorio, alabastro, tartaruga, lapislazzuli, madreperla, tutto rigorosamente contraddistinto dalla rarità.

Salvatore Renda Pitti morì a Palermo nel 1992 lasciando alla sua amata Monreale il proprio inestimabile tesoro con la volontà testamentaria di renderlo fruibile al pubblico.

Il Museo Diocesano ha dedicato una sala interamente al collezionista, sottolineando in tal modo l’importanza del passaggio dal collezionismo privato alla fruizione pubblica.

Sono state selezionate tutte le opere di carattere sacro e, pertanto, pertinenti all’esposizione nel Museo Diocesano, altre sono inserite nei saloni del Palazzo Arcivescovile ed è programmata la completa esposizione della collezione anche attraverso una rotazione di materiali in specifiche mostre.

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