Paliotto
Esecuzione dei lavori Belinda Giambra - Annamaria Virzipipio
Provenienza Monreale, chiesa dei Cappuccini
Collocazione depositi Museo Diocesano di Monreale
Oggetto Paliotto
Materiale seta, mistapaglia, legno
Datazione XVIII secolo
Attribuzione Padre Antonio da Bisacquino (attr.)
Inizio Lavori 25 maggio 2016
Fine Lavori 25 giugno 2018
L’opera fa parte di una serie di tre paliotti nei colori liturgici del rosso, del bianco e del nero, pregevoli opere dell’arte cappuccina custoditi nei depositi museali. Realizzato con paglia lavorata, materiale povero per eccellenza che nelle mani esperte dei frati d’un tempo diventa una elegante grafia, il paliotto in esame è riconducibile alla fine del XVIII secolo. Si aggiunge al corpus di simili esemplari verosimilmente ascrivibile a Padre Antonio da Bisacquino, scomparso nel 1778, annoverato da P. Gandolfo da Polizzi Generosa quale “bravo costruttore di pallii d’altare decorati con fili di paglia”.
L’uso del paliotto, o antependium come era chiamato nel Medioevo, risale ad epoca romana quando, a causa della persecuzione dei cristiani, l’altare della messa doveva certamente essere mobile ma non per questo privo di dignità e decoro. Con l’edificazione delle Cattedrali, il paliotto, ormai fisso e parte integrante dell’altare, divenne il fulcro della mensa sacra, realizzato con metalli preziosi, bronzi, intarsi lignei, marmi policromi. Tuttavia, il paliotto mobile, prevalentemente realizzato con pregiati tessuti e raffinati ricami (materiali, questi, che ne rendono l’uso agevole), resiste al tempo e sostituisce quello fisso occultandolo in alcuni momenti dell’anno liturgico o per particolari celebrazioni.
Il paliotto nero in esame reca al centro un repositorio poligonale, già parzialmente lacerato, sotto il quale è inserita una croce entro un cerchio. Da qui si snodano ornati fitomorfi che invadono tutta la superficie dell’opera, intervallati da elementi geometrici che si ripetono nella cornice del paliotto. L’opera, proveniente dalla chiesa dei Cappuccini di Monreale, non risulta citata nei documenti consultati presso l’Archivio Storico Diocesano di Monreale.
Il manufatto presentava un mediocre stato di conservazione, con la struttura di sostegno integra ma compromessa da degrado biodeteriogeno. Il tessuto di supporto era deformato, ossidato e presentava tagli e lacerazioni. Inoltre la superficie era pervasa da spessi depositi pulverulenti e cerosi concrezionati. La struttura di sostegno e la cornice lignea mostravano i segni di un attacco entomologico. La decorazione in paglia mostrava diffusi difetti di adesione e sollevamenti oltre che uno strato di materiale concrezionato che ne opacizzava la naturale brillantezza.
La decorazione con lamine di paglia presentava difetti di adesione ed alcune lacune localizzate. Ad una prima osservazione non sono state rivelate presenze di strati di finitura.
Le operazioni di restauro realizzate sul manufatto rientrano nei criteri del minimo intervento e in
quanto tale mirano esclusivamente all’arresto e alla rimozione delle cause di degrado.
Dopo aver trasferito il paliotto al fine di eseguire le indagini preliminari e propedeutiche all’intervento nonché l’intervento stesso, si è proceduto alla documentazione fotografica, effettuata prima, durante e dopo l’intervento di restauro.
I lavori hanno visto l’applicazione a pennello ed a siringa di biocida; l’applicazione di un consolidante (Paraloid B57 ®, Regalrez ®) e quella di pasta lignea e piccoli listelli per consentire il ripristino della funzionalità della struttura. È stata, dunque, utilizzata la tavola a bassa pressione umidificata per ripristinare la planarità del supporto. L’intervento di sutura testa-testa ha previsto l’utilizzo di un adesivo sintetico per garantire l’adesione dei lembi di tessuto. Sono state risarcite le lacune con inserti di tessuto analogo all’originario appositamente tinto; sono state realizzate suture delle parti scucite; sono state incollati i sollevamenti della decorazione in paglia con Klucel H in miscela con acqua e alcool etilico.
È stata eseguita vaporizzazione a freddo per ridurre le deformazioni del supporto tessile.
Le operazioni eseguite sulla struttura di sostegno e sulla cornice sono state le seguenti:
trattamento antitarlo con miscela a base di permetrina; pulitura meccanica con sistemi meccanici DRY CLEANING; consolidamento e protezione delle superfici con PARALIOD B72 al 5% in acetone; protezione superficiale con vernice finale mista chetonica e acrilica J.G. Vibert della Lefranc&Bourgeois; trattamento dei chiodi metallici con convertitore di ruggine e PARALIOD B72 al 5% in acetone.