Sala Normanna
La sala ospita le opere più antiche del patrimonio artistico del Museo.
Derivata dal prototipo iconografico della Mater Omnium della chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli attribuita a Roberto Oderisio, è la tavola raffigurante la Madonna dell’Umiltà, realizzata da pittore di influenza senese nella seconda metà del XIV secolo e giunta in parte lacunosa.
La sala è dominata dal Crocifisso in legno policromo realizzato da scultore siciliano del XV secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Lucia di Chiusa Sclafani.
Sono altresì esposti frammenti del pavimento a mosaico della sezione presbiterale della Cattedrale, coevi all’edificazione del Duomo normanno, probabilmente realizzati da maestranze arabe. Le tessere litiche applicate sono di porfido, serpentino, pietra lavica, pietra rossa di Siria, giallo di Nubia, bianco di Salerno e altre presenti in percentuale minore, come tessere di terracotta maiolicata.
Tra le suppellettili liturgiche, particolare interesse riveste il Reliquiario della Sacra Spina, in oro, argento, smalti e perle. L’opera fu verosimilmente realizzata durante l’episcopato dell’Arcivescovo Paolo de’ Lapi, a Monreale dal 1379 al 1407, e rimaneggiata all'epoca del Cardinale Francesco Peretti Montalto, in carica dal 1650 al 1655. È costituita dalla sovrapposizione di quattro elementi non tutti coevi. La base polilobata del manufatto ospita cinque cartigli con l’iscrizione FRANCISCVS/ (...)/ MONTALTVS/ CARDINALIS/ MONTISREGA/ ARCHIEPISCOPVS, inserita in occasione del restauro promosso dal prelato. Il vero e proprio reliquiario della Sacra Spina, conservata entro una teca cilindrica in cristallo di rocca, è verosimilmente riconducibile al XIII secolo. Di origine francese, ascrivibile al XIV secolo, è la spilla montata sopra la teca reliquiaria. L’opera, dall’originario uso profano, è incorniciata da ametiste, smeraldi e perline; uno sfondo smaltato blu ospita due figure in lamina d’oro che si abbracciano. L’encolopio cruciforme apicale, collocabile tra la fine del XIII e i primi del XIV secolo, consiste in una croce il cui corpo costituisce un contenitore, con granato all’incrocio dei bracci, mentre il recto, con il Crocifisso su una croce, ne forma il coperchio. Sul verso si distingue un’iscrizione in minuscolo gotico che accenna al legno della Vera Croce. Altrettanto interessante è il Cofanetto reliquiario, riconducibile al XII secolo, ornato da smalti champlevés e costituito da placche di rame secondo l’impianto tipico delle cassettine limosine.