Portantina
Esecuzione dei lavori Marina Simoncini
Provenienza Monreale, Cattedrale
Collocazione Museo Diocesano di Monreale
Oggetto Portantina
Materiale legno inciso, intagliato, dorato e dipinto, cuoio, bronzo, seta
Datazione XVIII secolo
Attribuzione maestranze siciliane
Inizio Lavori 8 settembre 2015
Fine Lavori 4 febbraio 2016
Proveniente dalla Cattedrale di Monreale, la portantina del Museo Diocesano è riconducibile a maestranze siciliane del Settecento. Fu utilizzata fino ai primi decenni del XX secolo per portare l’Eucarestia agli infermi nella prima domenica successiva alla Pasqua.
Realizzata in legno inciso, intagliato e dorato, reca sui quattro lati pitture ad olio ben conservate e raffiguranti le allegorie delle Virtù cardinali e della Verità, identificabili dai consueti attributi iconografici. Il carattere propriamente sacro delle pitture si confà all’uso liturgico dell’opera. Per tale motivo, è facile ipotizzare che la portantina del Diocesano non risponda ad una generica destinazione, ma che sia stata realizzata su commissione (nessun documento in proposito è stato ad oggi rintracciato) con precisa destinazione sacra.
Gli interni sono rivestiti di seta rosa con pregiati ricami in argento a motivi fitomorfi. Il rivestimento della copertura è in cuoio completato, ai bordi, da una finitura in bronzo dorato e da un cimale centrale, già sostegno del globo crucigero andato perduto.
L’opera è esposta permanentemente al Museo, nella saletta detta appunto della Portantina.
L’intero manufatto ligneo, pregevolmente intagliato e decorato, è ricoperto da un sottile strato di preparazione a gesso e colla, sopra la quale è la doratura in foglia oro zecchino applicata con tecnica a guazzo. Il pannello frontale e i due laterali, presentano una geometrica incisione della doratura, interrotta, in talune parti, da pitture ad olio con soggetti figurativi. La struttura del legno, in particolare nelle parti intagliate, risultava deteriorata, con numerosi fori causati dall’azione erosiva dei tarli e diverse parti del legno scardinate. Lo strato preparatorio della doratura risultava decoeso specie sulle sezioni intagliate, spesso celate da un sottile strato di polveri grasse.
Il progetto di restauro si riferisce alla parte esterna del manufatto. Il rivestimento interno, infatti, non ha subito restauro, ma solamente una spolveratura della superficie con pennelli a setole morbide e micro aspiratori. L’intervento conservativo ha seguito le metodologie correnti adottate dagli Istituti Centrali per il Restauro, I.C.R. di Roma e O.P.D. di Firenze, prevedendo la documentazione fotografica da effettuarsi prima, durante e dopo l’intervento.
Dopo la spolveratura della superficie con pennello morbido, si è proceduto alla disinfestazione antitarlo con trattamento del legno di supporto con sostanze biocide per la prevenzione e l’eliminazione di attacchi di microrganismi e di organismi biodeteriogeni. È seguita schermatura totale del manufatto, per circa 15gg, con materiale polietilenico per prolungare l’azione del biocida. È stata consolidata la struttura lignea tramite iniezioni di Palaroid diluito ed è stata eseguita la preparazione della doratura a gesso con iniezioni di colla di coniglio nelle squame esistenti. È stata effettuata la rimozione dei depositi superficiali incoerenti tramite pennello di setole morbide e micro aspiratore. Si è quindi proceduto al risanamento del legno di supporto mediante applicazione di inserti in legno e pasta di legno, in presenza di fessurazioni o parti mancanti. Sono state stuccate le piccole lacune dello strato preparatorio della doratura, mediante applicazione a pennello e spatolina con gesso di bologna e colla di coniglio, e rasatura con bisturi e carte abrasive.
Sono state applicate integrazioni pittoriche alle piccole lacune della doratura, mediante stesure successive di colori ad acquerello sotto tono, con finalità di riduzione dell'interferenza visiva delle lacune. L’opera infine è stata trattata con cera microcristallina.
Dott. Lisa Sciortino